I colori d’autunno

Le foglie in autunno diventano gialle, arancioni, rosse, marroni…  A cosa si deve questo spettacolo di colori della natura?

 

 

Nelle cellule delle foglie, si trovano i carotenoidi (pigmenti chimici responsabili del colore arancione delle carote o del giallo del mais) che però d’estate restano invisibili sotto il verde della clorofilla (il pigmento chimico che cattura l’energia del sole).

 

Ma in autunno, quando le foglie si stanno avvicinando alla fine del loro ciclo di vita, la clorofilla diminuisce e il giallo-arancione del carotene e degli altri pigmenti prende il sopravvento e si rivela.
Le piante producono anche altri pigmenti, gli antociani (dal greco anthos=fiore e kyàneos=blu), che hanno una tinta rossastra-blu e la funzione di “crema solare” contro alcuni raggi ultravioletti (sono anche responsabili del colore blu di molti frutti come i mirtilli).

Quando la clorofilla e gli antociani coesistono, il colore delle foglie può virare verso il bronzo, come nei frassini. A concentrazioni sufficientemente elevate, gli antociani fanno invece sembrare una foglia quasi viola, come negli aceri giapponesi. Infine, i colori autunnali più grigi si formano quando le foglie sono completamente morte perché avviene la degradazione dei cloroplasti (corpuscoli cellulari che contengono la clorofilla). E quando le foglie sono secche, i pigmenti si legano insieme e formano una sorta di “poltiglia marrone”.

 

Succede spesso in natura che tutto ciò che appare splendido ai nostri occhi sia in realtà nient’altro che la manifestazione della fine di qualcosa come nel caso appunto delle foglie  e della loro colorata metamorfosi autunnale. Gli straordinari colori tanto belli da togliere il fiato ne annunciano solo il lento deperimento che porterà alla fine del loro ciclo di vita.
Lo stesso accade anche con il fenomeno  delle aurore polari (boreali o auatrali) che sono semplicemente il (bellissimo) risultato dello scontro tra le particelle elettriche  del vento solare e la ionosfera terrestre, il cui residuo elettrico si trasforma poi in luce visibile (le aurore polari appunto).
Così come accade con un arcobaleno che nasce sul finire di un temporale.
È infatti proprio sul finire di qualcosa  che sbocciano i nuovi colori quelli della rinascita, quelli dei fiori primaverili i cui colori ricordano tanto quelli delle decadenti foglie d’autunno.
Niente in verità è mai ciò che appare.

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